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Spiacque a Celesti: e a variar la Terra
Fu spedito il Piacer. Quale già i numi
D Ilio sui campi, tal l amico Genio, 270
Lieve lieve per l aere labendo
S avvicina a la Terra; e questa ride
Di riso ancor non conosciuto. Ei move,
E l aura estiva del cadente rivo,
E dei clivi odorosi a lui blandisce 275
Le vaghe membra, e lentamente sdrucciola
Sul tondeggiar dei muscoli gentile.
Gli s aggiran d intorno i Vezzi e i Giochi,
E come ambrosia, le lusinghe scorrongli
Da le fraghe del labbro: e da le luci 280
Socchiuse, languidette, umide fuori
Letteratura italiana Einaudi 40
Giuseppe Parini - Il giorno
Di tremulo fulgore escon scintille
Ond arde l aere che scendendo ei varca.
Alfin sul dorso tuo sentisti, o Terra,
Sua prim orma stamparsi; e tosto un lento 285
Fremere soavissimo si sparse
Di cosa in cosa; e ognor crescendo, tutte
Di natura le viscere commosse:
Come nell arsa state il tuono s ode
Che di lontano mormorando viene; 290
E col profondo suon di monte in monte
Sorge; e la valle, e la foresta intorno
Mugon del fragoroso alto rimbombo,
Finchè poi cade la feconda pioggia
Che gli uomini e le fere e i fiori e l erbe 295
Ravviva riconforta allegra e abbella.
Oh beati tra gli altri, oh cari al cielo
Viventi a cui con miglior man Titano
Formò gli organi illustri, e meglio tese,
E di fluido agilissimo inondolli! 300
Voi l ignoto solletico sentiste
Del celeste motore. In voi ben tosto
Le voglie fermentàr, nacque il desio.
Voi primieri scopriste il buono, il meglio;
E con foga dolcissima correste 305
A possederli. Allor quel de due sessi,
Che necessario in prima era soltanto,
D amabile, e di bello il nome ottenne.
Al giudizio di Paride voi deste
Il primo esempio: tra feminei volti 310
A distinguer s apprese; e voi sentiste
Primamente le grazie. A voi tra mille
Sapor fur noti i più soavi: allora
Fu il vin preposto all onda; e il vin s elesse
Figlio de tralci più riarsi, e posti 315
A più fervido sol, ne più sublimi
Colli dove più zolfo il suolo impingua.
Letteratura italiana Einaudi 41
Giuseppe Parini - Il giorno
Così l Uom si divise: e fu il Signore
Dai Volgari distinto a cui nel seno
Troppo languìr l ebeti fibre, inette 320
A rimbalzar sotto i soavi colpi
De la nova cagione onde fur tocche:
E quasi bovi, al suol curvati ancora
Dinanzi al pungol del bisogno andàro;
E tra la servitute, e la viltade, 325
E  l travaglio, e l inopia a viver nati,
Ebber nome di Plebe. Or tu Signore
Che feltrato per mille invitte reni
Sangue racchiudi, poichè in altra etade
Arte, forza, o fortuna i padri tuoi 330
Grandi rendette, poichè il tempo alfine
Lor divisi tesori in te raccolse,
Del tuo senso gioisci, a te dai numi
Concessa parte: e l umil vulgo intanto
Dell industria donato, ora ministri 335
A te i piaceri tuoi nato a recarli
Su la mensa real, non a gioirne.
Ecco la Dama tua s asside al desco:
Tu la man le abbandona; e mentre il servo
La seggiola avanzando, all agil fianco 340
La sottopon, sì che lontana troppo
Ella non sia, nè da vicin col petto
Prema troppo la mensa, un picciol salto
Spicca, e chino raccogli a lei del lembo
Il diffuso volume. A lato poscia 345
Di lei tu siedi: a cavalier gentile
Il fianco abbandonar de la sua Dama
Non fia lecito mai, se già non sorge
Strana cagione a meritar, ch egli usi
Tanta licenza. Un Nume ebber gli antichi 350
Immobil sempre, e ch allo stesso padre
Degli Dei non cedette, allor ch ei venne
Il Campidoglio ad abitar, sebbene
Letteratura italiana Einaudi 42
Giuseppe Parini - Il giorno
E Giuno e Febo e Venere e Gradivo
E tutti gli altri Dei da le lor sedi 355
Per riverenza del Tonante uscìro.
Indistinto ad ognaltro il loco sia
Presso al nobile desco: e s alcun arde
Ambizioso di brillar fra gli altri,
Brilli altramente. Oh come i varj ingegni 360
La libertà del genial convito
Desta ed infiamma! Ivi il gentil Motteggio,
Maliziosetto svolazzando intorno,
Reca su l ali fuggitive ed agita
Ora i raccolti da la fama errori 365
De le belle lontane, ora d amante
O di marito i semplici costumi:
E gode di mirare il queto sposo
Rider primiero, e di crucciar con lievi
Minacce in cor de la sua fida sposa 370
I timidi segreti. Ivi abbracciata
Co festivi Racconti intorno gira
L elegante Licenza: or nuda appare
Come le Grazie; or con leggiadro velo
Solletica vie meglio; e s affatica 375
Di richiamar de le matrone al volto
Quella rosa gentil che fu già un tempo
Onor di belle donne, all Amor cara
E cara all Onestade; ora ne campi
Cresce solinga, e tra i selvaggi scherzi 380
A le rozze villane il viso adorna.
Già s avanza la mensa. In mille guise
E di mille sapor, di color mille
La variata eredità degli avi
Scherza ne piatti; e giust ordine serba. 385
Forse a la Dama di sua man le dapi
Piacerà ministrar, che novo pregio
Acquisteran da lei. Veloce il ferro
Che forbito ti attende al destro lato
Letteratura italiana Einaudi 43
Giuseppe Parini - Il giorno
Nudo fuor esca; e come quel di Marte, 390
Scintillando lampeggi: indi la punta
Fra due dita ne stringi, e chino a lei
Tu il presenta, o Signore. Or si vedranno
De la candida mano all opra intenta
I muscoli giocar soavi e molli: 395
E le grazie, piegandosi dintorno,
Vestiran nuove forme, or da le dita
Fuggevoli scorrendo, ora su l alto
De bei nodi insensibili aleggiando,
Et or de le pozzette in sen cadendo, 400
Che dei nodi al confin v impresse Amore.
Mille baci di freno impazienti
Ecco sorgon dal labbro ai convitati;
Già s arrischian, già volano, già un guardo
Sfugge dagli occhi tuoi, che i vanni audaci 405
Fulmina, et arde, e tue ragion difende.
Sol de la fida sposa a cui se caro
Il tranquillo marito immoto siede: [ Pobierz całość w formacie PDF ]

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